mercoledì 25 febbraio 2015

Quando l'omofobia viene amministrata, servita e pagata nel nome, per conto e con il conto degli italiani

Avendone avuto l'autorizzazione, benché l’ordinanza è già un atto pubblico,   e comunque espunti  i dati e le informazioni sensibili del procedimento e  dei nomi di entrambi i coniugi (posto che la controparte potrebbe non gradire),  oggi vi parlo di tre ordinanze  emesse nel corso di un processo per la cessazione degli effetti civili del matrimonio (divorzio), a tutt’oggi pendente presso il tribunale di Cosenza.  Il contenuto delle stesse attiene prevalentemente  alla rilevanza processuale e alla portata offensiva del termine "deviazione sessuale",   attribuita dal collegio difensivo di un coniuge (composto da due professionisti  del Foro di Cosenza) all'altro coniuge (da me assistito), insinuandone l’omosessualità,  attribuendogli  la responsabilità del divorzio  e la nullità del matrimonio,  ai sensi e per gli effetti dell’art. 122,comma 3, n° 1 del CPC.. Di fatto affermando che la mia assistita  è omosessuale e, in quanto tale,  affetta da una "malattia fisica o psichica o di una anomalia o deviazione sessuale”, tale da impedire lo svolgimento della vita coniugale. 
Tutto ciò nel nobile tentativo, dichiarato in udienza, di ottenere la cancellazione in via retroattiva  dell'assegno di mantenimento di €. 200,00, già deciso e fissato dai coniugi in sede di separazione consensuale. E comunque  la  mia assistita aveva già dichiarato di rinunciarvi. 


In un primo momento l'inciso "devianza sessuale", su istanza della sottoscritta, che ne ha sollevato l'offensività,   è stato espunto  con  ordinanza  del Giudice, Dott.ssa Antico, del 13.05.2013.
Successivamente  su invito del Giudice Palma,  giusta ordinanza del 24.11.2014,   i due coniugi sono stati invitati a comparire in udienza, a fornire chiarimento e, comparsi all'udienza del'8.01.2015, hanno aderito all'invito formulato dal Giudice raggiungendo l'accordo sulle condizioni di divorzio.  Il Giudice  nella stessa udienza  trasmetteva  la causa al Collegio   per la decisione.




















Era tutto troppo bello per essere vero, perché era come se  la civiltà giuridica laica,  illuminata e libertaria,   avesse finalmente messo piede anche in Calabria. 

Ma al posto della sentenza è arrivata un'altra ordinanza, qui si seguito pubblicata.


La decisione assunta dal Tribunale bruzio nella Camera di Consiglio del 19.02.2015, presieduta dalla Dott.ssa Rosangela Viteritti,  sopra riportata,  in barba all'economia processuale e alla necessità di favorire le conciliazioni, ha  disposto la  rimessione della causa sul ruolo per l'espletamento di una ulteriore fase istruttoria cui le parti, assistite dai loro avvocati,  avevano congiuntamente  rinunciato. Tutto ciò contro ogni principio di ragionevolezza, di legge e di buon senso. Contro lo stesso accordo raggiunto  dalle parti grazie allo sforzo umano e giudiziario compiuto dal Giudice Palma, che ha adempiuto caparbiamente al dovere che grava su  ogni Giudice: favorire, in ogni fase e grado del processo, la conciliazione delle parti e il raggiungimento di un divorzio consensuale.
Una decisone, dunque,  discutibile anche sotto il profilo di violazione nel principio della  domanda e del pronunciato, tenuto  conto che  gli avvocati di entrambi i  coniugi, che hanno anche sottoscritto, hanno rinunciato ai termini per il deposito delle memorie conclusive e dopo una breve discussione, ne hanno chiesto la decisione.
Ma l'aspetto più duro da dover  accettare, la parte che mi lascia più sconcertata,  offesa, basita, per la gravità  del messaggio che si rilancia,  è la leggerezza con la quale il Tribunale di Cosenza,  ha disposto   d’ufficio  la revoca dell'ordinanza che  espungeva l'inciso "devianza sessuale",   perchè a suo giudizio  "... trattasi di formula ripetitiva di quella contenuta nell'art. 122, comma 3, n° 1, CPC, il cui utilizzo non ha alcun intento offensivo della  controparte, ma trova giustificazione nell'esigenza difensiva connessa alla proposizione della domanda di annullamento del matrimonio..." Con ciò  affermando, di fatto,  che l'omosessualità è  una malattia fisica o psichica o una anomalia o una deviazione sessuale.
Ovviamente al Tribunale di Cosenza poco importa se l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con risoluzione  del 17 maggio 1990, ha finalmente affermato che l’omosessualità non è una malattia, bensì una variabile normale del comportamento sessuale umano.
Così come poco importa se  la dottrina e la giurisprudenza più qualificata e di  più recente e civile formazione, ritiene che il matrimonio  può essere annullabile anche per l’omosessualità tenuta nascosta  del coniuge, se questo abbia indotto in  errore l’altro coniuge e se non abbia consentito lo svolgimento della vita coniugale,  ma  non certo a norma del dell’art. 122, comma 3, n° 1 del codice di procedura civile, proprio  perché la omosessualità (precedente, successiva, dichiarata, nascosta ecc. ecc. ecc)  non  è una malattia e non può essere indicata come una devianza. Tutt'al più  la nullità può essere richiesta e dichiarata  ai  sensi e per gli effetti  del comma 1 dello stesso articolo,  per errore sull’identità complessiva del coniuge e  sempre che il coniuge,  pur sapendo  di essere gay,  lo ha taciuto volontariamente, inducendo l’altro in errore,  e comunque, cagionando l’assenza di rapporti sessuali nel matrimonio (Tribunale di Milano 13 febbraio 2013)
PS: i coniugi in questione si sono separati perché, come tante altre coppie, dopo anni di amore e di passione, di fidanzamento e di  matrimonio, nel quale sono nati anche due figli (e certo non per opera dello spirito santo) oggi adolescenti, dopo anni di lavoro e di progetti condivisi,  hanno smesso di amarsi. Non si sono più cercati, non si sono  trovati, né  voluti. The End!  Tutto qui!
Tanto è vero  che l’altra parte, e cioè il marito della mia assistita, che oggi è uno splendido cinquantenne, già da prima della pronuncia della separazione consensuale (omologata in data 9.10.2008)  convive con una giovane donna, oggi appena ventenne (e quindi a conti fatti all’epoca forse appena quindicenne), che da pochi mesi lo ha reso di nuovo papà.


PPSS: I danni materiali e morali che ha subito e subirà la mia assistita per il comportamento a dir poco persecutorio ed omofobo della controparte e i costi giudiziari  conseguenti  la decisione assunta dal Tribunale di Cosenza, purtroppo sono, un gran parte,  a carico di noi contribuenti dal momento che la mia assistita è stata ammessa al gratuito patrocinio perché nullatenente e disoccupata, perché i giudici sono dipendenti pubblici, perché il ritardo con cui interverrà una sentenza giusta ci indurrà a chiedere il risarcimento danni allo Stato Italiano, nel cui nome la giustizia viene amministrata.
Per ridere:
Un mio conoscente, proverbialmente poco gay friendly e poco raffinato, sostiene che “è troppo facile fare i gay con il culo degli altri”. Permettetemi di essere altrettanto raffinata affermando di riflesso che  è troppo comodo offendere, negare i diritti, discriminare e azzardare giudizi e pregiudizi sulla sfera sentimentale, speculare sulla fatica di vivere, sulle ferite, sui percorsi affettivi di ognuno e sull’orientamento sessuale delle persone con i soldi del contribuente”.


giovedì 19 febbraio 2015

A Louis Conetta, indotto al suicidio dalla Stato Italiano

In Italia Equitalia uccide di più.
L'ISIS, le sue agghiaccianti esecuzioni, le sue minacce e farneticazioni, le preoccupazioni di quanti si preoccupano e di quelli che devono occuparsi di quelli preoccupati, sono ipotesi preoccupanti.
Tanto più che, in Europa, nel nome dell'ISIS,  si trasformano in terroristi i figli dell'occidente cattolico, cittadini della civile e bella Danimarca, della Svezia, della Francia.
In Italia la tensione è altissima e sono tutti pronti a fare di tutto, anche la guerra nel nome della pace.
Ma in Italia, da anni e a tutt'oggi, e non è tranquillizzante, si registra un numero maggiore di morti suicida per colpa di Equitalia, che non taglia alcuna testa, ma che induce ogni giorno qualcuno a tagliarsela in proprio.
Ma né la #pinotti né #renzi, né altri, hanno inteso fermare la macchina mortale di riscossione pubblica, nemmeno rispetto ai casi in cui lo Stato è la causa della crisi della piccola impresa.
Addio Louis, morire non è bello, decidere deliberatamente di farlo per mano propria è orribile.
E intanto non risolve il problema.
Decidere di morire a 56 anni per colpa di uno Stato tiranno è    una sentenza di condanna che spero di non dover più leggere da nessun'altra parte al mondo.

lunedì 16 febbraio 2015

Figli (fedeli servitori dello Stato Padre Padrone, Tirrano ed Iniquo) e figliastri (quelli di secondo letto o altrimenti detti spuri, orfani di uno Stato mancato, tradito, offeso)


Auguro una felicissima settimana a tutti gli Ispettori del Ministero del Lavoro e alla Guardia di Finanza che da stamane sono alacremente all'opera per le vie e per le valli nei comuni e nelle contrade di Rio Bo.
Capisco che vi è  stato chiesto, e non potete esimervi,  di rimpinguare le  casse del nostro Erario  con qualche singola  e minuta multa in danno  delle piccole imprese, dei lavoratori autonomi, degli artigiani,  e cioè di quelle  poche aziende rimaste ancora in piedi  per orgoglio, grazie alla conduzione familiare  e che sono l'ultimo sospiro vitale di questo Paese e anche l'unico argine alla desertificazione dei nostri centri storici, delle nostre provincie.
Capisco anche che i vostri premi di produzione, i vostri stipendi, potrebbero passare dall'ammontare delle sanzioni andate a buon fine e  che portano la vostra firma nel verbale di accertamento.
Capisco e comprendo. Del resto tutti teniamo famiglia. 
Volevo però rammentarvi che l'esiguità dell'importo delle  multe e delle sanzioni amministrative comminate,  che anche in caso di palese ingiustizia suggerisce la non proposizione dell'opposizione, visto il costo per l'accesso alla Dea  Dike,  non è indolore e il dolore non guarisce, non passa decorsi i sessanta giorni dal pagamento.
Ma anima, fomenta, alimenta  quel sentimento di profonda ingiustizia e frustrazione che  assale i cittadini onesti, sempre più intristiti ed incaxxati,  che,  ancora, malgrado tutto, lottano per far dire a Renzi, il vostro attuale datore di lavoro,  nonchè nostro fedelissimo  dispensatore di serenità, che il 2015 sarà l'anno dell'Italia.
In attesa che l'anno dell'Italia arrivi e che si faccia vedere anche nel Paese di Rio Bo, cordialmente saluto.
Avv. Fernanda Gigliotti

https://www.youtube.com/watch?v=nb89DFXvBvs




giovedì 12 febbraio 2015

Una storia sbagliata

Non ce ne libereremo mai. I nostrani   Eva Kant e Diabolik tornano sempre in auge e sempre con la loro oscura  storia passata fatta di incarichi, di  gestione di pubbliche risorse in favore di aziende, enti, società molto care ai  tesorieri, ai  segretari, ai deus ex machina  del PCI, PDS, DS, PD.
Storie ed intimità economiche  che garantiscono loro  un  granitico futuro alle nostre spalle.
Di certo loro sono i collettori politici tra il territorio calabro con le sue emergenze e le imprese amiche dei capi che quelle emergenze hanno interesse a governare.
Dall'ambiente, alla depurazione, all'eolico, alle attività produttive.
Nulla di illegale e/o criminale -forse- ma di certo un grande affare di famiglia e di cordata politica.
E questa  è la solita vecchia storia, una storia antica, di una gestione dissennata e personalissima dei soldi pubblici, una spirale di professionisti nominati tali sul campo perchè mogli e figli di politici e di politici eletti e nominati sul campo perché mariti e mogli di manager cui sono stati affidati fiumi di danaro per foraggiare clientes .
Una speculazione economica e politica, un furto di speranze, che ha prodotto la dequalificazione dell'imprenditoria calabrese e l'arricchimento di una classe politica che, ancora oggi, è classe dirigente di questa regione e che è è azionista n^ 1 del Pd Calabrese, della Giunta Oliverio.
Non so e non credo che tutto questo bastava o basti a mandarli in galera, ma sicuramente sarebbe dovuto bastare a farli restare a casa a mandarli a lavorare o a imparare un mestiere, uno vero.
E invece no, loro sono sempre in prima fila, comprano il consenso e il silenzio interno ed esterno al partito, accontentano giovani e vecchi a condizione di affiliazione incondizionata.
E soprattutto, hanno coagulato intorno a loro e alle aspettative di una lunga fase di governo delle risorse pubbliche, sotto l'egida del governo Renzi, della giunta Oliverio e magari del sindaco Adamo, tutto uno stuolo di pseudo intellettuali di sinistra, di giovani, di antichi competitor.
E allora sai che c'è? Che amaramente, dolorosamente, faticosamente occorre prendere atto che aver pensare che gli altri fossero meglio è stato un errore fatale. Non solo sono peggio, ma non hanno avuto nemmeno il coraggio di mantenere le posizioni e le distanze malgrado le loro presunte autonomie e professioni "affrancanti" dal bisogno della collocazione politica per necessità, il loro essere medici, avvocati, architetti ecc .ecc.
Tutti avrebbero voluto essere al loro posto, ma di fatto è molto piú comodo stare sul loro libro paga.
Allo stato pertanto, ed il mio non è un endorsment ma una presa d'atto e il riconoscimento dell'onore delle armi in favore di chi si è sporcato le mani, ma sporcate di brutto, per conquistare e mantenere nel tempo gli scranni del potere, loro sono giganti tra tanti nani che, per paura di dover sudare troppo o di perdere il minimo garantito, si sono accordati con gli antichi nemici. http://www.laprovinciadicosenza.it/index.php/component/k2/item/337-nicola-enza-e-i-409-miliardi-del-piano-telcal

lunedì 22 dicembre 2014

Calabria Vis Molise / Moncler vis Gucci - 1 a 1 palla al centro -

#‎report‬ e la ‪#‎gabanelli‬ mi rincuorano sempre perchè ogni volta mi danno certezze e conferme, perchè sciolgono ogni mio dubbio, rafforzando la mia convinzione su alcune patolologie della nostra democrazia.
Ad agni modo è ormai chiaro che:
- la Calabria non è la prima, non è l'ultima, non è la sola,
- l'Italia è una Repubblica fondata sul conflitto di interesse,
- negli appalti pubblici, dallo sport alla sanità, dalle energie alla cooperative, l'unità d'Italia è consolidata e non c'è Lega che tenga,
- la carriera politica presuppone ineluttabilmente la tua adesione al circo magico, consentendo gli affari di alcuni, alimentando le clientele con la gestione della cosa pubblica, riescire a controllare le pubbliche commesse...fanculo i problemi del Paese.
- avere un parente in Questura o in Magistatura, meglio se al Tar, è provvidenziale e ti risolve un mucchio di problemi.
Insomma, gira vota e riminìa, vuoi vedere che l'unica repubblica fondata sul lavoro è la mia "repubblica canara" ? E che raccogliere e smaltire le deiezioni dei miei cani è occupazione più proficua e pulita che provare a cambiare la politica, il PD e coloro che lo tengono in ostaggio per i loro affari privati?
Di sicuro, questo posso garantirvelo, l'argomento "deiezioni" è il meno vomitevole e maleodorante di qualunque altro di cui  si è parlato.

lunedì 15 dicembre 2014

Anno nuovo, vita nuova. Il Cronoprogramma del mio 2015


Stazione dei Carabinieri di Nocera Terinese
M.llo Massimiliano Pezzi

Al Sindaco del Comune di Nocera Terinese
Geom. Gaspare Rocca
Sindaco.noceraterinese@asmepec.it
Protocollo.noceraterinese@asmepec.it

 
Al Responsabile del  SERVIZIO VETERINARIO di Catanzaro-Lamezia Terme
Dott.ssa Angelina Esposito
Via S. Miceli
88046 LAMEZIA TERME (CZ)
Protocollo@pec.aspe.cz.it

 
Guardie Ecozoofile - RAGGRUPPAMENTO REGIONALE CALABRIA
Viale Stazione, 9 - Fraz. San Pietro Lamentino - 88046 Lamezia Terme (CZ)
Resp. Facente Funzioni: Dott. Luca TORCASIO 
rrcalabria@vigilanzafareambiente.it

 
CORPO FORESTALE DELLO STATO
Via Canonico Francesco Adamo
88047 NOCERA TERINESE (CZ)
Ispettorato.generale@pec.corpoforestale.it

 
COMANDO PROVINCIALE DI CATANZARO
Resp.: Dir. Paolo Ottocalli  
cpcatanzaro@vigilanzafareambiente.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

DISTACCAMENTO OPERATIVO MONTI REVENTINO TIRIOLO E MANCUSO
mancuso.cz@vigilanzafareambiente.it

 

ARPACAL
Via Lungomare - Località Mosca (Zona Giovino - Porto)
88100 - Catanzaro Lido
direzionegenerale@pec.arpacalabria.it
direzionescientifica@pec.arpacalabria.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
protocollo@pec.arpacalabria.it

 
Amministrazione provinciale di Catanzaro,
In persona del Presidente in carica
Piazza L. Rossi - 88100 CATANZARO
poliziaprovinciale@provincia.catanzaro.it


la sottoscritta Fernanda Gigliotti, nata a Nocera Terinese il 14.04.66 ed ivi residente  e domiciliata in via Santa Caterina n° 162, con la presente da  valere ad ogni effetto di legge, 
DENUNCIA
Lo stato di grave abbandono in cui versa il  territorio che si estende  lungo la Strada Provinciale 163/1, a partire da Bivio Brace fino dopo il ponte crollato sul Fiume Savuto,  nelle contrade  Marina Ventura, Marina Savuto e San Giuseppe.
A nulla vale la presenza costante della sottoscritta,  che ivi ha un piccolo appezzamento di terreno, peraltro dotato di sistema di videosorveglianza, e di pochi altri proprietari di buon volontà, poiché l’assenza  da parte delle autorità preposte al controllo è totale e rende impossibile ogni “civica” e “civile” azione da parte nostra.. Anzi la  nostra azione non viene vista come una difesa del bene comune, ma come sfida al controllo del territorio da parte di alcuni senza, peraltro, avere dalla nostra parte le forze di polizia che, al contrario, si concentrano piuttosto sul fatto che io ho nel mio recinto 12 cani (non per mia scelta) o che pulisco da arbusti e sterpaglie il ciglio stradale, benchè non di mia proprietà,  con ciò garantendo il deflusso delle acque piovane e magari anche impedendo incendi nei mesi estivi.
Del resto dopo il crollo del ponte sul Savuto la zona medesima si pone come “zona di mezzo” per  diverse attività lecite od illecite  che vanno dall’abbandono di animali domestici, all’abbandono di rifiuti solidi urbani e anche pericolosi per salute pubbliche, oltre che “zona di mezzo” per il traffico e lo sfruttamento della prostituzione e dei lavoratori in nero, italiani e immigrati. Un reticolo di strade e stradine che consentono, infatti,   nonostante il crollo  del ponte sul Savuto, il collegamento della provincia di Catanzaro con quella di Cosenza, con l’entroterra transitando dal porto di Campora San Giovanni direttamente alla SA/RC, con imbocco da San Mango d’Aquino, attraverso la via della Galassa,  senza passare davanti a nessun centro abitato e  a nessun posto video sorvegliato.   
Ma senza volere inoltrarmi, in questa sede, in ipotesi di reato e in scenari suggestivi, di cui possiamo solo ipotizzarne l’esistenza,  e volendomi limitare alle cose che constano direttamente alla vista di chiunque,  vi è che  il ciglio della strada provinciale 163/1, a ridosso delle scarpate, nel greto del fiume Grande e del Fiume Savuto, lungo la stessa carreggiata, si abbandonano e si ammassano rifiuti di ogni tipo, dalle gomme usurate, alle lastre di eternit, ai rifiuti solidi urbani, ai residui di lavorazioni edilizie ad altro non meglio identificato scarto di lavorazaione.  L’abbandono degli animali domestici indesiderati, maggiormente cuccioli di cani e di gatti,  è una crudeltà antica e illegale  che dura da diversi anni e che ha costretto la sottoscritta e qualche altro proprietario, a  subire l’imposizione di un numero indeterminato di cani nel proprio terreno, dei quali  ci si prende cura per umana pietà. 
Il fenomeno, tuttavia,  è diventato  spaventoso per dimensione. Tanto da apparire, orami,  insostenibile e non controllabile  dai pochi privati di buona volontà ivi presenti, seriamente preoccupati non solo dell’incolumità del proprio territorio,   ma anche della sicurezza della loro proprietà, dei loro beni , della loro stessa  incolumità fisica. 
I fatti di  cui è denuncia, inoltre, appaiono essere sempre più  generati da un comportamento  doloso, frutto di un ragionamento cinico e calcolato,  scientemente finalizzato o a mantenere traffici leciti ed illeciti di chissà quale natura, e anche all’abbandono dei cuccioli e della spazzatura, esattamente  sotto il bivio Brace  e nel fiume Grande  per chi viene da Nocera/Falerna  e nei pressi del ponte di Savuto per chi proviene da Campora San Giovanni o da San Mango D’Aquino, quindi dalla SA/RC. L’avere posizionato, infatti,  un sistema di video sorveglianza di fronte la mia abitazione, è servito solo a dirottare il transito sulle stradine interpoderali e a spostare l’abbandono di cuccioli e di spazzatura immediatamente prima della mia abitazione, sia con provenienza Noera/Falerna che con provenienza Campora/San Mango d’Aquino.  
Ad ogni modo non può essere passata inosservata a nessuno di Voi, delle vostre pattuglie, dei vostri controllori,  che:
-           a meno di 100  mt dal Bivio Brace con direzione di marcia verso il ponte Savuto, sostano da oltre 20 giorni (e per l’ennesima volta nel corso degli ultimi mesi)  diversi sacchi di spazzatura sia sul ciglio della strada  che sulla carreggiata, rendendo insicura la stessa circolazione stradale. Ivi sono stati abbandonati, inoltre,  diversi cuccioli, molti dei quali investiti dalle macchine di passaggio,  e da me tolti dalla carreggiata per evitarne loro spappolamento sull’asfalto. Anche oggi è stata tratta in salvo una piccola meticcia di pochi mesi da me soccorsa in data odierna e salvata da morte certa;

-        -    poco più sotto, esattamente nell’accesso a quella parte di territorio che è stata destinata ad area di smaltimento e deposito dei lavori sulla SA/RC,  insistono cumuli di non meglio identificati rifiuti.

-         - a poche centinaia di metri ancora, probabilmente   nello scorso fine settimana,  sono state abbandonate nel greto del Fiume Grande, orientativamente sulla riva  opposta all’insediamento dell’azienda Mastroianni, diversi quantitativi di rifiuti la cui entità, natura, consistenza, provenienza e pericolosità è tutta da accertare, sempre che la piena non li porti direttamente a mare nel giro di poche ore..
Il territorio è, malgrado tutti Voi e tutti noi,   completamente abbandonato a se stesso.

E a nulla serve sporgere denunce contro ignoti, se non intasare gli Uffici della Procura della Repubblica .
Urge a questo punto, una diversa e rapida  modalità di  riappropriazione del controllo del territorio stesso con un’azione di coordinamento congiunta affinchè si possa arginare un fenomeno di rischio sociale e ambientale pericolosissimo. 
Personalmente ho già realizzato un impianto di video sorveglianza che ho messo a disposizione  delle forze di polizia ma, come già detto, in molti hanno trovato il modo per riprendere vecchi e consolidati traffici senza passare davanti alle mie telecamere.
Credo a questo punto che non è rinviabile sottoporre le vie di accesso a quest’area, delicata e strategica per molte attività,  sotto stretta video sorveglianza con l’applicazione di telecamere lungo il perimetro e nei posti chiave che avrei già, in buona parte individuato:  Bivio Brace,  Ponte fiume Grande,  insediamento produttivo della Ditta Tommaso Mastroianni, ingresso dell’azienda agricola Ventura e accesso al Piano di Terina, Ponte  Fiume Grande,  stradine interpoderali e punti si scambio. 
La sottoscritta e qualche altro proprietario sarebbe disponibile a contribuire alla realizzazione, previo incontro urgente con le autorità in epigrafe.  
E voi?
Se ci siete,  se siete d’accordo,  se vi  siete scocciati di fare ispezioni e sopralluoghi senza mai beccare nessuno con le mani nel sacco (salvo qualche d’uno di noi a potare i propri alberi o a pulire i propri confini dai rovi e multarli per questo), se ritenete che è più economico e fruttuoso controllare il territorio in tal modo, piuttosto che impiegare uomini e mezzi inutilmente, dateci la possibilità di continuare ad essere cittadini animati da buoni propositi e impegnati nella difesa del nostro territorio, del bene comune, della salute pubblica, della tutela ambientale, degli animali. Fin da ora Vi informo che, stante lo stato di  esasperazione in cui ormai mi trovo, supportata solo da qualche altro cittadino che oggi si trova nella mia stessa situazione di solitudine,  nel caso in cui a tale denuncia non dovesse  far seguito  una  immediata convocazione da parte di qualcuno di Voi di un coordinamento di tutte le forze di polizia in indirizzo, nonché  dell’amministrazioni interessate, oltre che delle persone coinvolte, me compresa,  per quanto mi riguarda  dal 2 gennaio 2015, avendo dovuto rinunciare  ai miei  diritti di cittadina,  abdico ai mie doveri  corrispondenti e comincerò a farmi giustizia da sola a costo di passare i prossimi giorni della mia vita a raccogliere spazzatura e cuccioli abbandonati.
Ma sappiate che porterò tutto e tutti  sulle vostre scrivanie.
Trattasi  né di minaccia  né di promessa, ma di crono programma.
Nocera Terinese, 15 dicembre 2015 
Fernanda Gigliotti

giovedì 11 dicembre 2014

 


La Calabria da Bere in una Italia in coma etilico
Non riusciamo proprio ad essere normali.
Wanda Ferro, candidata Presidente alle ultime regionali per il centro destra, non entra a far parte del Consiglio Regionale Calabrese, esclusa per legge regionale.
E' come affermare il principio secondo cui che la minoranza non ha diritto di essere rappresentata in consiglio dalla persona che ne ha incarnato il progetto politico.
Una evidente e stridente contraddizione, oltre che una incostituzionalità manifesta della legge.
Nel merito Wanda Ferro, ha militanza politica e competenza amministrativa almeno quanto Mario Oliverio. Ma ha pagato il prezzo di essere l'unica faccia presentabile nel centrodx del dopo Scopelliti e un consiglio regionale uscente, per massima parte suo nemico perché non confermato, l'ha punita con una legge elettorale capestro, figlia di una premeditazione evidente, adottata con le correzioni imposte dal governo Renzi (colpose, dolose, dovute?) a pochi giorni dalla convocazione dei comizi elettorali.
Dopo il crollo del modello reggio, di pochi mesi preceduto dalle dimissioni di Traversa da sindaco di Catanzaro, che non aveva voglia alcuna di fare il caporale di Scopelliti , era chiara e certa solo una cosa nel cdx: che la leadership morale e politica di "quella parte" sarebbe stata naturalmente di Wanda Ferro.
La stessa Ferro che rinunció ad entare in giunta regionale quando le venne chiesto e che ha condotto una battaglia elettorale seria e severa, sopratutto con se stessa, cercando di fare tabula rasa, e in parte riuscendoci, nelle sue liste, dicendo no a molti impresentabili che sono stati in gran parte accolti, invece, nelle liste a sostegno del nostro Presidente.
A Wanda Ferro esprimo solidarietà e sostegno dalla mia posizione di sua oppositrice politica, e offro la mia disponibilità a condividere, sia legalmente che politicamente, la sua battaglia contro una legge elettorale che viola il diritto della minoranza di essere rappresentata dal proprio candidato di coalizione.
Una legge elettorale capestro, assunta di fatto in un semestre bianco del consiglio regionale, la cui applicazione letterale, ancorché incontestabile, non si traduce in una sanatoria di un vulnus costituzionale enorme.
E forse sarebbe il caso di imporre che leggi come quelle elettorali, incidendo sul diritto di rappresentanza e sull'esercizio e difesa del metodo democratico costituzionalmente previsto, fossero assunte da un Consiglio Regionale con pieni poteri, legittimo nella costituzione e nella rappresentanza, con una maggioranza qualificata degli aventi diritto al voto e non dei presenti alla votazione.
Questa invece è stata voluta e votata il 19 settembre dal centrodestra con la complicità del centrosinistra complice e consociativo, presenti in un consiglio di fatto commissariato, con un Presidente di Giunta decaduto, un Presidente facente funzioni non elettivo e, comunque, tutti alla fine di un mandato.
Sarebbe come affermare che il Presidente della Repubblica uscente possa, nel semestre bianco, promulgare una legge assunta a maggioranza, nella quale stabilisca termini e modalità di nomina del suo successore.
Qui  in Calabria, noi  facciamo così: abbiamo affidato la legge "ari scarpari.